Dammi vento. Rotta verso ponente – la recensione

Dammi vento. Rotta verso ponente (Bertoni editore, 2019, prezzo Amazon €15,20, 388 pagine) è il primo romanzo scritto a quattro mani da Paola Mezzogori e Sandro Ardizzon. Se volete farvi un’idea vi consiglio di visitare il sito dammivento.it

Trama

Giulia, dopo l’ennesima violenza del compagno, trova la forza di lasciarlo e va nell’isola di Levante, in Sicilia, a curare le sue ferite da Tindara, la zia paterna, una donna forte e saggia con cui ha un legame profondo. Luca ha un rapporto di coppia ormai logoro, un lavoro insoddisfacente e un sogno nel cassetto: fare il giro del mondo a bordo di SolYLuna, la sua barca a vela. La perdita del lavoro e la partenza della compagna gli danno la spinta per inseguire il proprio sogno. La prima tappa sarà Levante, dove Francesco, uomo enigmatico e solitario con cui Luca condivide la passione per la vela, gli chiede di cercare Tindara per consegnarle qualcosa che Luca non sa ancora di avere. L’incontro dei tre personaggi si rivela un momento curativo e nutritivo e l’oggetto misterioso che Luca restituisce a Tindara riporta in vita ricordi lontani e sentimenti mai sopiti. Giulia e Luca iniziano a conoscersi e a fidarsi l’uno dell’altra e, quando arriva il momento di salpare, Giulia decide di accompagnare Luca fino a Capo Verde, luogo natale di sua madre. SolYLuna spiega le sue vele verso ponente: 7 isole, 13 tappe, 3.200 miglia. Un viaggio attraverso mari incontaminati accompagnato dal suono del vento, durante il quale verità inattese sorprendenti sul passato dei protagonisti cambieranno la loro rotta verso un futuro tutto scrivere.

Recensione

Dammi vento. Rotta verso ponente è stato un piacevole compagno di viaggio per questa estate sui gerenis. Avevo bisogno di una lettura diversa, infatti il romanzo di cui vi parlo oggi non è un romance (anche se l’amore e i rapporti umani sono al centro della narrazione) ma appartiene al genere della narrativa contemporanea. Mi aspettavo un romanzo introspettivo, profondo, che scavasse nella personalità e nel rapporto tra i personaggi e devo ammettere che non mi ha affatto deluso.

“Dammi vento e ti darò miglia”, scriveva Moitessier in uno dei suoi libri, parlando della sua barca. Con il passare del tempo si crea un legame speciale, tra uomo e barca.

La storia è quella di due persone insoddisfatte e deluse dalla propria vita che decidono con coraggio di agire per migliorarsi, mettendosi fortemente in discussione. Luca e Giulia hanno alle spalle un rapporto logoro con i relativi compagni, dai quali stanno cercando di prendere le distanze. Giulia scappa dal marito violento e si rifugia sull’isola di Levante, tra le braccia accoglienti e rigeneranti di zia Tindara, che sa di borotalco e ti sveglia alle 6 per fare yoga e meditazione.

Penso che, anche se non ha avuto figli, zia Tindara è la donna più generativa che abbia mai incontrato, con la sua capacità di accogliere, curare e condividere.

Luca, dopo uno scambio con  il Maestro Francesco (di nome e di fatto), decide di partire con la sua barca per un viaggio verso ponente, deciso ad affrontare il sogno di una vita, che solo adesso può concedersi. La sua prima tappa, guarda caso, è proprio l’isola di Levante.

Sai, non è molto importante quanto lontano si va, ma come ci si arriva. Baudelaire diceva che i desideri dei veri viaggiatori hanno la forma delle nuvole: loro partono e non sanno il perché, hanno cuori lievi che solo il caso muove continuamente…

Nella prima parte del romanzo i due grilli parlanti (Francesco e Tindara) dispensano consigli di vita e perle di saggezza ai due protagonisti, cercando di spingerli a reagire alle condizioni avverse in cui vivono e cercare di essere felici. Sono momenti davvero toccanti, questi, a tratti commoventi, ma soprattutto sono parole che fanno riflettere sulla vita e sull’amore verso se stessi.

Quando arriva il momento, per Luca, di levare l’ancora e partire per il suo viaggio verso Capo Verde, Giulia decide di seguirlo, di provare a sentire sulla pelle emozioni ed esperienze nuove, di andare a scoprire le proprie radici. Inizia qui il loro viaggio in solitaria, a tratti complesso, a tratti meraviglioso.

 

Quando sarete là fuori, senza telefono, televisore, radio, senza altre persone se non voi due, vi ritroverete ognuno di fronte a se stesso: niente più filtri, rumori di sottofondo o alibi.

Da amante della navigazione a vela, ammetto di essermi immersa in questo romanzo con delicatezza, senza spruzzi. Come quando esci di mattina presto, c’è poco vento e la barca scivola pigra sulla superficie del mare che assomiglia a una tavola blu. Il suono del procedere, nel silenzio, è meraviglioso. La narrazione, la concatenazione degli avvenimenti, mi ha cullata come il rollio e il beccheggio dello scafo.

Dammi vento. Rotta verso ponente è un libro saggio, calmo, intenso. La narrazione avviene tramite i due punti di vista dei protagonisti che si percepiscono scritti da mani diverse: avvertiamo un cambio di stile, lessico e colori ogni volta che si passa da uno all’altro. La cosa rende la caratterizzazione e le differenze tra i protagonisti assolutamente originali e credibili: Luca è più introspettivo, a tratti poetico, a volte anche troppo ampolloso; Giulia è più pratica, semplice, scorrevole, ma mai superficiale. La cosa ancora più bella è che, andando avanti con l’avventura condivisa dai due protagonisti, i due stili narrativi si avvicinano sempre di più, facendoci percepire l’avvicinamento anche tra i personaggi.  Aneddoto dopo aneddoto, rivelazione dopo rivelazione, Luca e Giulia imparano a conoscersi, a fidarsi e a lasciarsi andare.

L’amore vero ti fa danzare, ti fa volare e ti fa scoprire parti di te attraverso l’altro.

Nonostante qualche parte troppo diluita o ripetitiva e il finale a mio avviso troppo repentino, lo sviluppo verticale della storia mi ha convinta e colpita, credo che i due autori abbiano fatto un ottimo lavoro in questo.

È una lettura che consiglio a chi vuole rallentare, godersi i particolari, immergersi (nel vero senso della parole) nelle vite di personaggi profondi e interessanti.

Vi lascio con le parole scritte da Francesco sul foglio azzurro lasciato dentro il libro dalle pagine bianche, una delle parti che più mi ha fatta riflettere:

Se potessimo contemplare la nostra vita dall’alto, dal primo istante a quello presente, se potessimo rappresentarla tutta in un unico foglio in modo da poterla agevolmente osservare, allora scopriremmo che ogni ostacolo, ogni scelta, ogni azione, ogni persona ha avuto un senso, quello di condurci nel punto in cui siamo attraverso questo percorso, che non è l’unico possibile, ma sicuramente quello più giusto per noi in questo particolare momento.


Questa collaborazione è stata realizzata grazie al contributo della web agency Araundu, che ringraziamo.

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