The love Hypothesis – la recensione (e riflessione)

The love hypothesis, nato come una fan-fiction di Kaylo Ren e Ray di Star War, è il romanzo di esordio di Ali Hazelwood. In italia è stato tradotto e distribuito da Sperling & Kupfer nel giugno del 2022.

Trama

Dottoranda in Biologia, Olive Smith crede nella scienza, non nell’amore. Non le è mai importato granché di avere una relazione e di sicuro non le importa di Jeremy, un ragazzo con cui è uscita un paio di volte in tutto. Si dà il caso, però, che lui piaccia da morire alla sua amica Anh, ed è proprio per convincere quest’ultima che Jeremy appartiene al passato che Olive una sera bacia il primo ragazzo incontrato in laboratorio, fingendo che sia il suo fidanzato. Costui, però, si rivela essere Adam Carlsen, giovanissimo professore sexy, noto per comportarsi sempre da tiranno con tutti. Per questo Olive rimane a bocca aperta quando lui accetta di reggerle il gioco con l’amica, rivelandosi una persona affascinante e gentile. All’improvviso, un appuntamento finto dopo l’altro, il mondo di Olive viene stravolto, tanto che è costretta a mettere il suo cuore sotto un microscopio e ad analizzare i suoi sentimenti per Adam. Riuscirà a comprendere che il teorema dell’amore non segue alcuna dimostrazione?

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Recensione

Neuroscienziata e scrittrice di origini italiane, l’autrice sceglie di raccontare il mondo accademico attraverso questo romanzo originale e divertente. Una commedia romantica che sfrutta alla perfezione il trope “Grupmy & Sunshine“, ovvero quello in cui uno dei protagonisti ha una personalità scontrosa mentre l’altra è ottimista e solare. E come in tutti i romanzi che appartengono a questa tipologia, anche qui il personaggio solare riesce a scalfire e a influenzare la natura fredda e dura del personaggio scontroso. Il contrasto tra i caratteri dei protagonisti facilita anche il tono ironico del romanzo che, alla fine dei conti, risulta brillante, romantico e divertente.

The love hypothesis ha una ambientazione STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) curata nei minimi dettagli, posso testimoniarlo personalmente avendo lavorato in ambito accademico come ricercatrice per più di undici anni della mia vita. La narrazione si basa sulle tipiche dinamiche che affrontano gli accademici nei vari campi della ricerca scientifica.

La trama è semplice, ma regge alla perfezione, il ritmo forse non è sempre dei migliori, ma è un romanzo che ho apprezzato e che mi sento di consigliare agli amanti del genere.

E ora veniamo al neo di tutti i nei.

Parlando della versione italiana, non posso non ricordare come questo romanzo sia stato uno dei primi inciampi (non l’unico, sia chiaro) dell’editoria italiana che tende a non curare la traduzione e a non avvalersi di sensitivity readers qualificati. Il risultato? Una traduzione poco rispettosa del mondo Queer e delle tematiche LGBTQIA+.

Sempre più romanzi parlano di personaggi “queer”, ovvero di persone che non possono essere inquadrate nella casella cis-gender eterosessuale. Il problema di trattare personaggi e tematiche simili sta sempre nel pericolo della cosiddetta “(indebita) appropriazione culturale”, che avviene quando persone non Queer parlano, scrivono, pubblicano storie che trattano di queste tematiche senza cognizione di causa, banalizzando o facendo circolare concetti scorretti e non rispettosi.

Nel caso della traduzione italiana, nella prima edizione di The love hypothesis il termine “asexual” (riferito a Olive, la protagonista) è stato tradotto con “asessuato” invece che con “asessuale“. Il primo termine si riferisce a una persona priva di organi sessuali differenziati: è una condizione biologica che esula dalla sua identità sessuale. Mentre l’asessualità è l’orientamento sessuale proprio di chi non prova attrazione sessuale per altri individui e/o è disinteressato al sesso. Come potete ben immaginare, i due termini descrivono due persone completamente diverse. Può essere stata una svista del traduttore o, peggio, la convinzione che i due termini significhino la stessa cosa. Sicuramente se avesse sbagliato un’altra parola, magari più innocua, non avrebbe sollevato questa indignazione, in questo caso (a mio parere) più che giustificata. Il punto è che se il romanzo fosse stato revisionato e passato al vaglio di un sensitivity reader, ovvero di una persona appartenente alla comunità o comunque cultrice della materia, questo errore sarebbe stato segnalato e corretto, a prescindere dalla natura dell’errore stesso.
Intendiamoci: tutti sbagliano e in questo caso Sperling & Kupfer si è comportata in maniera ineccepibile correggendo subito l’errore sul file digitale e sulle tirature successive del cartaceo. Purtroppo ci sono case editrici e autor3 che pubblicano romanzi dal contenuto profondamente scorretto, omo/transfobico o comunque offensivo per la comunità, senza neanche accorgersene, contribuendo a far radicare alcuni pensieri e convinzioni profondamente sbagliati e discriminatori. In questo caso l’enorme visibilità arrivata grazie ai social network (e soprattutto al BookTok) e la conseguente esposizione mediatica, hanno portato questo romanzo interessante e originale a diventare un cattivo esempio eclatante di una editoria che fa fatica a curare in maniera approfondita i romanzi che pubblica.

 


Questo romanzo ci è stato inviato dalla casa editrice che ringraziamo!

 

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