Forte e Chiara – la recensione

Chiara Francini torna finalmente in libreria con Forte e Chiara. Un’autobiografia edito da Rizzoli. E tutti impazziscono.

I cinque libri attualmente pubblicati dall’autrice sono:

Trama

Questo libro è un modo bizzarro di farvi compagnia. Racconta di me e della mia vita, è una storia umana che corre da quando ero un embrione nella pancia della mia mamma, saltella all’infanzia, si precipita all’adolescenza, scruta l’età adulta fino ad arrivare all’attuale Chiara che sono e che vorrei essere, una mamma oppure no. È la storia di una ragazza come io, che è anche il titolo bellissimo del libro di una grande autrice, Anita Loos. A Girl Like I. “Una ragazza come io” è un’espressione apparentemente strana, sgrammaticata, sbagliata, diversa, quando la leggi per la prima volta. Esattamente come, da sempre, appaio io. In questa espressione, è vero, c’è qualcosa che disvia dalla regola, ma se le guardi tutte insieme, quelle parole che le danno vita, ti restituiscono un ordine, un’immagine bella, come la verità. Una ragazza sì, ma come io. E in quell’io ci sono le mani, i capelli, i tic, le ginocchia, la saliva e le lacrime di ognuna di noi, così simili ma anche così uniche e irripetibili. Io, una ragazza, peraltro, non lo sono più da molti anni. Ma ogni donna ha l’età che si merita.»

 

Recensione

Un’autobiografia personale questa di Chiara Francini, autrice, attrice, presentatrice e artista a tutto tondo (sa anche cantare bene, fate voi). So già cosa state pensando: è pleonastico. Sia l’accostamento tra “autobiografia” e “personale” sia, a quanto leggo da una recensione, il fatto che una donna di 40 anni, con “una mezza esistenza abbastanza normale”, la svisceri in un inutile mèmoire.

E invece.

Questo libro è quanto di più personale possa esistere e non tanto perché si tratta di un’autobiografia, quanto per il fatto che la Francini sceglie di parlarci proprio della parte “abbastanza normale” della sua vita. Non delle luci della ribalta, dei personaggi incredibili che ha conosciuto, dei grandi artisti con cui ha lavorato, delle sfide che affronta sempre di punta o degli enormi traguardi ottenuti. No. Chiara ci racconta la bellezza che sottende l’ordinario, la meraviglia dei colori di una vita “semplice” condotta da una straordinaria ragazza di periferia. Di una donna “strana, sgrammaticata, sbagliata, diversa” (sullo sgrammaticata avrei qualche obiezione…) la cui vita, nello sviluppo delle sue fasi, “ti restituisce un ordine, un’immagine bella come la verità”.

Io e Chiara siamo amiche. Ci vediamo meno di quanto sarebbe bello fare quando ci si vuole il bene che ci vogliamo, ma ci conosciamo da vent’anni e ci sosteniamo come sorelle di una famiglia allargata, scelta e non capitata. Questo libro per me è stata una trasposizione su carta delle serate passate tra noi amiche, quando rinvanghiamo i tempi andati, quando pensiamo a quanto eravamo stupide, ingenue, pazze, illuminate. Rileggere il passato col senno di poi è sempre un processo dolceamaro dove l’autocritica e il giudizio prendono spesso il sopravvento. Ed è questa la potenza di questo testo: Chiara non si giudica, si dona. Si racconta così com’era e com’è, senza giustificazioni, alternando improbabili ed esilaranti argomentazioni a profonde e toccanti riflessioni. Ci fa sentire vicine, comprese, riflesse.

Un giorno ha chiamato noi amici e ci ha detto: “Scrivetemi qualcosa che vi ricordate su di me”.
L’ha chiesto anche a Sara, sua madre, che ha prodotto dei frammenti di una bellezza commovente. Come quando racconta con enorme candore del periodo in cui era incinta di Chiara e aveva scelto di passare il tempo in compagnia del libro “Lettera a un bambino mai nato”, di Oriana Fallaci. (Si può essere più geniali di così?)
Chiara si è lasciata cullare dai ricordi, dai pezzi di sé stessa che ha ritrovato nelle parole delle sue persone più care. Ha sorriso, si è commossa e ha commentato tutto quanto, spesso con poche parole, diritte e luminose. È stato il suo modo di dire: sono così, strana e incorreggibile, lo dicono tutti! Per noi che li abbiamo scritti, invece, è stato un abbraccio straordinario, una dichiarazione d’amore per chi è capace di starsi accanto in maniera genuina e imperfetta, per chi ha voluto giocare con lei “ad amicizia” e continua a farlo ogni giorno.

La sua scrittura, riconoscibile tra mille, ha anch’essa un che di straordinario. Viaggia come sempre (succede in tutti i suoi romanzi) tra la scorrevolezza dei toni colloquiali e la ricercatezza di termini desueti ma incredibilmente illustrativi. Lei odia gli aggettivi ordinari, perché quelli li usano tutti e a furia di leggerli ci si passa sopra senza pensarci, come quando pigiamo sulla frizione per cambiare marcia. Lei li sostituisce con le immagini, con concetti che (incredibile) stimolano esattamente la sensazione che voleva richiamare. L’unto della schiacciata, la curva della schiena di sua nonna, gli affacci su una casa che è sempre la tua.

Durante la presentazione del suo libro ho sentito una ragazza dietro di me riferire all’amica “Sono andata a salutarla, è incredibile: è esattamente così com’è.” Sembra che oggi io abbia un conto in sospeso con le frasi pleonastiche, ma stavolta non è colpa mia! Perché è vero, lei è così come la vedete e come la leggete, nonostante conduca una vita assolutamente extra-ordinaria (quella su cui sceglie di sorvolare in questa autobiografia). Non c’è niente di posticcio, di costruito. È nostrana, verace, irriverente e irresistibile. Ficcante e accogliente. Sagace, illuminata, portatrice sana di metafore straordinarie. (Perdonami Chiara, a me gli aggettivi piacciono!)

Insomma leggete questa perla preziosa, se non l’avete già fatto. Perché parola per parola riesce a costruire un immaginario tanto comune quanto straordinario in cui vi sentirete accolti e meno soli.

 

N.B: in questa recensione ho scritto CINQUE volte la parola “straordinaria“. Ed è voluto. È un omaggio alla parola che pronuncia più spesso Chiara e che la descrive alla perfezione.

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Un commento su “Forte e Chiara – la recensione

  1. Ho già letto suoi libri e il suo stile mi piace molto, perchè lo ho sempre trovato vero, sullo sgrammaticata, pur non conoscendola personalmente, avrei da ridire, ma questo è una dei titoli nel mio pprogramma di letture estive!!!

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