Tutto il blu che parla di noi – la recensione

Tutto il blu che parla di noi è un romanzo edito Amazon Publishing, nato dalla prolifica ed eclettica penna di Naike Ror, autrice italiana che pubblica sotto pseudonimo.

I romanzi e le serie di Naike Ror attualmente disponibili sono:

Trama

La giovane e bella Faith Howard Moore ha una grande passione: la pittura. Dipinge con le dita, usa sempre il blu e solo di fronte a una tela riesce a sentirsi libera e felice. La sua famiglia, tuttavia, ha ben altri piani per lei. Gli Howard Moore sono una celebre dinastia di diplomatici statunitensi, che non può permetterle di perdersi tra vernici e scarabocchi. Così Faith viene spedita a Parigi per uno stage presso l’ambasciata americana, dove dovrà prepararsi allo studio delle scienze politiche.

Parigi, però, è anche la città dei grandi musei, degli artisti bohémien e soprattutto… la città dell’amore. All’ambasciata, infatti, lavora Terence Fareed Wilkinson, un ricco affarista metà americano e metà persiano. Fisico mozzafiato, occhi di smeraldo, anche lui è un pittore e un amante dell’arte. Ed ecco che scatta implacabile il colpo di fulmine.

Ma se Faith nascondesse a Fareed di essere l’erede dei famosi Howard Moore? E se anche lui celasse un segreto tanto oscuro da poter allontanare Faith?

Recensione ★★★★✰ (4,5/5)

Premetto che Tutto il blu che parla di noi è il primo romanzo che leggo firmato da questa autrice romance molto eclettica. In questo caso ci troviamo di fronte a un contemporary romance con qualche tratto new adult (la protagonista, Faith, ha diciotto anni). Vi dico solo che subito dopo averlo letto ho comprato quasi tutti gli altri romanzi dell’autrice (mi aspettano al calduccio sul Kindle), perché mi sono innamorata a prima vista della sua scrittura.

Ma veniamo alla storia: Faith è una ragazza timida, dolce e ingenua, ma che sta sviluppando un carattere sempre più forte e indipendente. La sua famiglia sta iniziando a diventare soffocante: sua madre pretende di decidere tutto sul suo futuro, ma lei non ci sta. Il confronto con la sorella è impari e Faith vive nella sua ombra, cercando di ritagliarsi una vita sua, fatta di interessi e passioni che esulano dalla strada che sembra condannata a percorrere. Quando le si presenta l’occasione di uno stage a Parigi decide di piegarsi al volere dei genitori, nonostante non sia interessata alla carriera diplomatica. Pensa che sia comunque un modo per staccare, per scappare, e per vivere nella città culla dell’arte e della pittura, la sua passione. A Parigi userà uno pseudonimo, in pochissimi sapranno che proviene da una famiglia di diplomatici, il che le permetterà di vivere una vita normale in un contesto completamente nuovo.

Non può immaginare che l’incontro con Fareed, un business man molto capace che lavora all’ambasciata americana a Parigi, cambierà del tutto le carte in tavola. Anche lui è innamorato della pittura ed è proprio per questo che il loro primissimo confronto avviene in un chiostro bohémien molto originale, dove pittori indipendenti si ritrovano per lavorare alle loro opere in cambio di una piccola offerta. Fareed si presenta immediatamente per quello che è: un bellissimo trentenne scorbutico, arrogante e supponente, capace solo di criticare il lavoro di Faith. Alla richiesta di una critica più costruttiva, Fareed propone a Faith di darle delle lezioni private: la pittura sembra davvero l’unico loro punto di incontro. Ma scopriremo presto che i due hanno in realtà molte cose in comune e molti segreti da proteggere.

 

Quando finiranno le nostre lezioni e ti conoscerò di più, farò di tutto per poterti aiutare a essere davvero felice e libera.

 

Nonostante un inizio abbastanza lento, lo sviluppo della storia è davvero molto interessante. Tutti i pezzi del puzzle si compongono insieme, pagina dopo pagina, svelando due personaggi sempre più simili, nel bene e nel male. Entrambi costretti a compiacere il volere della propria famiglia, soffocati da doveri e sensi di colpa. Entrambi in cerca di aria e libertà, di una felicità semplice e genuina che sembra poco adatta al loro status sociale. La vera svolta arriva quando le tensioni si allentano ed entrambi possono iniziare a parlare col cuore in mano, a confrontarsi senza filtri e corazze, per scoprire che, forse, appoggiarsi è l’unica cosa di cui hanno da sempre avuto bisogno.

 

La vita di Fareed si poteva dividere, come un film, in due tempi: il primo era stato quello in cui, per spirito di sopravvivenza, aveva imparato a tacere, a trattenere le proprie emozioni, a ignorare le proprie paure, mentre il secondo tempo era stato quello in cui tutti i muri che circondavano il proprio volere, i proprio pensieri e stati d’animo erano stati abbattuti,
lasciandolo libero di essere ciò che voleva.

 

L’autrice è bravissima a farci odiare Fareed, salvo poi svelarci il suo punto di vista, le sue riflessioni, facendoci avvicinare a lui. Come è bravissima a gestire le dinamiche temporali, creando ostacoli e rivelazioni che ci fanno stare sempre più incollati alle pagine.

L’intreccio di storia e destini che si compone sotto i nostri occhi si declinano in una trama perfettamente congegnata, che crea dipendenza.

Che dire? Aspetto a gloria l’uscita del secondo volume della serie “I colori dell’amore” (anche questo autoconclusivo), ovvero Tutti i baci che ancora non ti ho dato, già disponibile in pre-order su Amazon e in uscita il 7 luglio prossimo!

 

 

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