Review Party – La giara delle imperfezioni

La giara delle imperfezioni, un New Adult Romance, è il quindicesimo romanzo dell’autrice Erika Vanzin, pubblicato in self publishing.

Della stessa autrice:

  • La presa di coscienza (Trilogia “Cacciatori di segreti”, Self. Pub. 2014, 312 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • La scelta (Trilogia “Cacciatori di segreti”, Self. Pub. 2015, 470 pagine, prezzo Amazon € 13,52)
  • La lotta (Trilogia “Cacciatori di segreti”, Self. Pub. 2018, 537 pagine, prezzo Amazon € 2,70)
  • Vieni a prendermi ( “Stanford Series”, Self. Pub. 2017, 352 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • In ogni singolo respiro (“Stanford Series”, Self. Pub. 2017, 399 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Ti aspetterò finché avrò fiato (“Stanford Series”, Self. Pub. 2018, 343 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Il nostro posto nel mondo (“Stanford Series”, Self. Pub. 2019, 311 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Racconti (“Stanford Series”, Self. Pub. 2019, 228 pagine, prezzo Amazon € 8,32)
  • Resta con me ( “London Series”, Self. Pub. 2016, 355 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Waiting (“London Series”, Self. Pub. 2016, 320 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Due semplici parole (“London Series”, Self. Pub. 2018, 315 pagine, prezzo Amazon € 10,40)
  • Forse (Self. Pub. 2015, 268 pagine, prezzo Amazon € 3,40)
  • Cinque giorni per innamorarsi (Self. Pub. 2015, 272 pagine, prezzo Amazon € 8,32)
  • 304 (Self. Pub. 2016, 396 pagine, prezzo Amazon € 11,44)
  • La giara delle imperfezioni (Self. Pub. 2019, 403 pagine, prezzo Amazon € 10,61)

Trama

Daisy è cresciuta in un paesino del sud degli Stati Uniti, ha una storia famigliare alle spalle che le ha reso la vita difficile. Le è sempre stato detto di essere imperfetta, inadeguata, una che non riuscirà mai a fare niente nella vita, e lei ha cominciato a crederci.
Scott è cresciuto nei salotti ricchi dell’Upper East Side di Manhattan. Un’intelligenza fuori dal comune l’ha portato fin da piccolo a essere considerato perfetto, costringendolo a bruciare diverse tappe e crescere in fretta. Daisy è imperfetta, Scott è perfetto, non hanno niente in comune se non il fatto di ritrovarsi, a un certo punto della loro vita, a condividere l’ansa di un fiume in un paese sperduto nel sud degli Stati Uniti. Perfezione e imperfezione si incontrano facendo diventare sempre meno evidente quella linea sottile che rende le loro esistenze profondamente diverse.
“La Giara delle Imperfezioni” racconta la storia di due anime malinconiche che si incontrano e si fondono andando a mescolare le loro differenze fino a non distinguerle più. È una storia che parla ribellione verso quelle etichette che vengono attribuite alle persone, facendole diventare ciò che la società ha deciso al posto loro.

Recensione

La giara delle imperfezioni” è il primo romanzo di Erika Vanzin che leggo. Dico la verità, nella mia ignoranza credevo che fosse un’autrice poco più che esordiente (non cerco troppe informazioni prima di leggere un libro, perché non mi piace farmi influenzare). Ma già dalle prime pagine, la qualità della scrittura e dei contenuti mi ha portato a pensare che non fosse proprio di primo pelo, e in fondo al libro, nei ringraziamenti, ho poi scoperto che questo è il quindicesimo romanzo che pubblica. Complimenti!

Ciò che mi ha colpito di più sono le tematiche trattate, che successivamente ho scoperto essere care alla scrittrice, che le tratta in più di un romanzo. La giara delle imperfezioni racconta la storia d’amore tra due persone solo all’apparenza diametralmente opposte: Scott, ricco di famiglia e originario di New York e Daisy, sola al mondo e inadeguata, incatenata al paesino dove è nata, cresciuta e rimasta per tutta la vita. Cosa li accomuna? Il fatto di voler scappare dalla propria realtà, di percepire un senso di appartenenza estraneo e scomodo. La differenza è che Scott riesce, nella disperazione, a trovare la forza di reagire e lasciare una città che lo tortura con troppi ricordi, mentre Daisy non ce la fa, non reagisce, non crede di meritare niente di meglio che una cittadina dove tutti la disprezzano, la giudicano e le rendono la vita un inferno.
L’inadeguatezza e il senso di fallimento della protagonista ha la sua sublimazione proprio nella sua Giara delle Imperfezioni, che lei custodisce come un tesoro prezioso, nonostante sia lo specchio che ogni giorno le ripete quanto sia sbagliata. Quando Daisy pensa di aver fatto un errore, lo scrive su un biglietto e lo mette nella Giara, in modo da non scordarselo mai.

Non è una vera e propria giara, è semplicemente un barattolo di quelli che si usano per mettere via le marmellate o le conserve; io lo uso per metterci dentro tutte le debolezze di cui sono capace, le imperfezioni che devo migliorare.

È un modo che ho trovato per migliorarmi, per capire cosa c’è di sbagliato in me e per farmi diventare una persona più simile a quella che si aspettano che io sia.

 

La storia d’amore con Scott viene in qualche modo scandita dai biglietti che Daisy scrive sul comportamento (a suo avvisto “sbagliato”) che adotta con lui, principalmente perché ogni singolo passo di avvicinamento crede sarà motivo di nuovo scherno, di nuovo crudele giudizio e pettegolezzo da parte dei suoi compaesani.
Tra le righe di questa storia d’amore, che all’inizio sembra solo acutizzare il bagaglio doloroso che i protagonisti si portano dietro, leggiamo anche una denuncia alla discriminazione sociale, alla paura del “diverso”, alla convinzione radicata che tutto ciò che non rientra nelle nostre dinamiche sociali sia sbagliato e corrotto, malato. E qui entra in gioco il mio personaggio preferito del romanzo: Josh. Una drag queen (neanche troppo) inconsapevole, incapace come Daisy di reagire e lottare per una vita migliore. La violenza che rivolgono a Josh mi ha disgustata, probabilmente perché ciò che ho letto mi ha fatto ricontattare stralci di vita vissuta da miei amici carissimi e preziosi. Ma proprio per questo, il tutto mi è sembrato purtroppo molto credibile e crudelmente vero. Il rapporto tra Daisy e Josh è ancora più struggente di quello tra lei e Scott: niente sesso, niente passione, ma sicuramente il loro è un Amore palpabile e incondizionato, commovente.
Se dovessi trovare un neo a questo romanzo direi che forse è un poco statico, questa assenza di reazione e di azione mi ha portato più volte a chiedermi “ma quando arriva la svolta”? E forse avevo ragione, perché poi, quando arriva, chiudi il libro e pensi che sarebbe bello continuare a leggere di questi personaggi, sapere come vanno avanti nel nuovo mondo che hanno deciso di esplorare. La storia d’amore, come nella maggior parte dei romanzi rosa, è già “scritta” dalle prime pagine, sappiamo perfettamente come andrà a finire. Ma è il contesto, sociale e di relazione, che la rende interessante e non banale. Quindi: complimenti a Erika Vanzin!

P.S. vorrei fare una menzione d’onore alle cover della “Stanford Series”. Finalmente copertine che ritraggono coppie normali e non fotomodelli patinati unti e muscolosi.
Erika: GRAZIE!

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Questo romanzo ci è stato inviato dall’autrice, che ringraziamo!

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