Insopportabilmente donna – la recensione

Insopportabilmente donna è il primo romanzo della poliedrica Tess Masazza, pubblicato da Sperling & Kupfer. Il romanzo prende il titolo da un progetto molto più ampio partito sul web e trasformatosi poi in spettacolo teatrale e in questo romanzo di recente pubblicazione.

Trama

Avete mai avuto la sensazione di non riuscire a gestire la vostra vita? Di non essere adulti responsabili? È quello che capita ogni giorno a Tess, trent’anni, un lavoro da fotografa e un loft in stile newyorkese. Tutto sembra perfetto, eppure non c’è niente che fili per il verso giusto. A cominciare dalla raccomandata che giace dimenticata sul tavolo della cucina da mesi. Quella orribile, ingiusta raccomandata che rivela a Tess di essere a corto di soldi. La situazione è drammatica, o almeno lo è per una come lei che soffre di A.A.C. (Attacchi d’Ansia Contagiosa). L’unica cosa che può fare è chiamare in aiuto i suoi due, inseparabili amici, Lara e Luca. Che le consigliano di cercare un coinquilino per dividere le spese di casa. L’idea è buona, che cosa potrebbe mai andare storto? Nulla. Finché alla porta non si presenta Stefano: bello, affascinante, gentile. All’improvviso Tess si ritrova a vivere in una di quelle commedie romantiche con Ryan Gosling che tanto le piacciono. Ma, si sa, la vita non è semplice come un film e, tra imprevisti, fraintendimenti e paranoie, Tess dovrà imparare a inseguire la felicità. Quella vera, quella che di solito non bussa alla porta. 

 

Recensione

Insopportabilmente donna è un romanzo brillante, divertente, ben scritto, spiccatamente comico. Non lo definirei una commedia romantica, né un Chick Lit, perché la componente comica, strutturata ed efficace, sposta il focus dalla storia d’amore/infatuazione al clown Tess (la protagonista, non l’autrice… ma poi vi spiego meglio).
Ho apprezzato questo romanzo sopratutto perché è stato per me uno spunto di riflessione importante, quindi vi avverto: questa recensione sarà lunga e dettagliata 😀

Ho anche avuto la fortuna e l’onore di partecipare a una presentazione online a numero chiuso nella quale io e le mie colleghe bookblogger ci siamo confrontate con l’autrice. Prima impressione: Tess è deliziosa, intelligente, simpatica, modesta e anche profonda, ho empatizzato immediatamente.
Dividerò quindi questi miei pensieri in libertà in due sezioni: cosa ne penso del romanzo e alcuni estratti dell’intervista all’autrice.

Cosa ne penso del romanzo

Tess scrive bene, ha un ottimo ritmo e un buon senso della storia. L’intreccio è solido e ben costruito, il romanzo è molto corto e piacevole quindi lo si beve in un pomeriggio.
I personaggi sono tagliati con l’accetta, con ruoli focalizzati e funzionali alla storia. Quelli secondari, in particolare gli amici, non hanno sviluppo proprio ma vivono solo in funzione della protagonista (questo è uno dei motivi per cui non associo questo romanzo al genere Chick Lit). Quest’ultima è un po’ troppo piena dei classici difetti (flaws), in genere preziosi per definire un personaggio credibile ma che vanno dosati a dovere per non sfociare nell’effetto clown. Intendiamoci, non c’è niente di male nel voler raccontare una maschera clown (per altro figura cruciale per la teoria del teatro e per l’arte comica in generale), basta esserne consapevoli e comprendere che l’effetto sarà quello di rendere il personaggio meno credibile. In particolare Tess (che è la protagonista ma che non per questo regala una connotazione autobiografica al romanzo – così afferma l’autrice) è un personaggio delizioso ma davvero “sdatto” (che in toscano significa inadatto alla vita). L’autrice la definisce: sfigata, squattrinata, paranoica, distratta, timida e introversa (!!), maldestra, affetta da afasia da stress e dalla sindrome dell’impostore. Troppo per essere credibile, e credo se ne sia accorta (inconsciamente o meno) anche l’autrice, infatti chi leggerà il romanzo noterà subito che la protagonista tutto è tranne che timida e introversa (basti pensare alla scena in cui twerka davanti a decine di estranei), e che l’afasia da stress serve come espediente per una scena comica (molto efficace) salvo poi non ripresentarsi più nel romanzo. Entrambi difetti della protagonista che la Masazza ha voluto associare temporaneamente al personaggio perché funzionali ad alcune gag divertenti ma che poi non trovano sviluppo né logica nel corpo del romanzo.

Nonostante, come scoprirete tra poco, Tess Masazza non si definisca un’attrice/autrice comica, la sua recente partecipazione alla seconda stagione di LOL su Prime Video e le sue stesse affermazioni sull’obiettivo del progetto web “Insopportabilmente donna” raccontano altro. Così come racconta altro l’immagine della quarta di copertina, che rappresenta una sorta di frame successivo a quello della principale e che descrive visivamente un classico imprevisto da clown, appunto. Peraltro, ho apprezzato tantissimo la capacità con cui l’autrice ha descritto nel romanzo le tante scene comiche, trattando l’elemento surreale e/o paradossale con un equilibrio raro e sorprendente.

Ricordo a tutti che questo è il primo romanzo dell’autrice: credo abbia grande talento e potenzialità e, se davvero il suo obiettivo era più ironico che comico, sicuramente sarà in grado di correggere il tiro nei prossimi lavori. Ripeto: non c’è niente di male nello scrivere, leggere e godersi un romanzo comico, ma l’intento dell’autrice era invece quello di utilizzare l’ironia per far riflettere i lettori e temo che questo effetto sia stato raggiunto solo in parte.

Se avete bisogno di un pomeriggio di svago, di tirarvi su il morale e di divertirvi questo romanzo fa assolutamente per voi!

Intervista all’autrice

Blogger: Quanto è stato diverso, difficile o più facile scrivere un romanzo rispetto alle altre tue esperienze di scrittura?

Tess: L’approccio è stato lo stesso: ho scritto il romanzo immaginandomi una ipotetica messa in scena. Mi sono divertita molto e ho scoperto un lato introspettivo di me che non conoscevo: scrivevo di notte e spesso mi “perdevo” nella storia.

B: Quale forma di scrittura preferisci per esprimerti?

T: Ho iniziato facendo la giornalista, poi ho iniziato a scrivere le sceneggiature dei miei video, il testo per lo spettacolo teatrale e infine questo romanzo. Devo dire che per me l’importante è quello di sperimentare nuovi modi di scrivere e sono felice di avere l’opportunità per farlo.

B: Sappiamo che la storia che ci racconti è inventata, ma la protagonista si chiama come te. Quanto c’è di te nella Tess letteraria?

T: Nello scrivere questo personaggio ho cercato l’autenticità quindi sicuramente c’è qualcosa di me nella Tess di carta, sicuramente io non ho la sua esuberanza, ma per esempio ho anche io una sorella che fa la ballerina. Sicuramente ho messo in Tess molte delle mie emozioni, cercando di esasperarle per renderle ancora più divertenti.

B: Pensi che ci sia qualcosa di terapeutico nello scrivere?

T: Sicuramente sì. Anche se è molto diverso dall’andare in scena su un palco: avere il pubblico presente è ancora più liberatorio.

B: “Insopportabilmente donna” nasce in realtà come progetto web, ce lo vuoi raccontare?

T: È nato con la presa di coscienza della mia passione per la moda. Per cercare di fare esperienza ho accettato un lavoro come redattrice per una webTV, anche se mi occupavo di spettacolo, e da lì il cambio di rotta: ho aperto un blog che si chiamava Melodramachic e per promuoverlo ho iniziato a girare dei video dove raccontavo i lati insopportabili delle donne, sopratutto ispirati ai battibecchi con mia madre. Quei video hanno fatto un boom inaspettato e così piano piano mi sono focalizzata su quelli, cercando di raccontare sprazzi genuini del nostro vivere come donne. Quello che vedi è, senza sotto testo, retorica o particolari messaggi da far passare. Il mio obiettivo non è quello di creare dibattito, non sono brava a utilizzare il sarcasmo o la satira, ma quello di divertire.

B: Qual era il tuo intento per il taglio del romanzo? Volevi scriverne uno comico o ironico? E il risultato ha incontrato le tue aspettative?

T: Il mio intento è quello di far ridere e riflettere, quindi sicuramente più l’ironia della comicità. Anche perché non mi ritengo un’artista comica.

B: Il finale del tuo romanzo è abbastanza aperto, cosa che lo allontana dalla letteratura rosa che vorrebbe il classico lieto fine. Il Cliffhanger è voluto?

T: In realtà io amo la scrittura seriale, quindi il finale aperto è stato voluto e inserito per un motivo. Ma non posso dirvi altro! Chissà, magari un giorno scoprirete cosa c’era scritto in quel messaggio…

 


La copia cartacea di questo romanzo ci è stata fornita dalla casa editrice Sperling & Kupfer che ringraziamo!

 

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Un commento su “Insopportabilmente donna – la recensione

  1. Mi aveva incuriosito molto la copertina e la trama, ora dopo aver letto la tua recensione sono indecisa se prenderlo o meno, percè sembra carino ma mi lascia qualche dubbio

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