Un disastro chiamato amore – la recensione

Un disastro chiamato amore è il romanzo di esordio di Chiara Giacobelli, giornalista e scrittrice, autrice di una rubrica culturale sull’Huffington Post e collaboratrice di varie testate nazionali. Il romanzo, pubblicato da Fanucci editore, è acquistabile su Amazon sia nella versione digitale (€4,99) che in quella cartacea (€8,41 per 330 pagine).

Trama

Vivienne vive e lavora a Parigi, oscilla fra il ruolo di giornalista (insoddisfatta) di gossip, amica pasticciona, single pessimista e fobica patologica. La svolta arriva quando un facoltoso personaggio le chiede di approfondire un articolo da lei scritto qualche tempo fa e trasformarlo in un libro: la proposta è talmente allettante che sembra quasi si tratti di uno scherzo crudele. Ma è tutto vero! Viv parte parte per l’Italia, Liguria per l’esattezza, affrontando uno scoglio quasi insormontabile: salire su un aereo. Una volta giunta a destinazione non ha di che annoiarsi: ricerche da svolgere, intrighi da sgarbugliare, misteri da svelare, personaggi da decifrare, disastri da scongiurare e corse al pronto soccorso da limitare. Il tutto decorato e colorato da un sentimento ormai a lei poco familiare: l’amore!

 

Recensione ★★★★☆ (4/5)

La storia di Vivienne viene raccontata attraverso una trama talmente intricata e originale da tenerti incollata alle pagine del romanzo. Ed è questo il pregio e il difetto maggiore di questo romanzo: se da una parte non ci si annoia mai, dall’altra spesso si ha la sensazione di trovarsi in un vortice confuso di avvenimenti, tutti divertenti ma non sempre utili e necessari alla trama. E in questa moltitudine di passaggi narrativi, trattati dall’autrice con una scrittura capace e mai banale, ce ne sono alcuni che inevitabilmente vengono dati per scontati, mentre altri risultano ridondanti. Il personaggio di Vivienne ha una natura contorta, fragile, articolata, e soprattutto umana: la si ama fin da subito. I tratti caratteristici della protagonista, una Gian Burrasca in gonnella, la portano ad essere deliziosamente pasticciona, maldestra e irrequieta, raggiungendo una notevole carica comica, seppur a tratti poco credibile (in realtà da un confronto con l’autrice ho poi scoperto che gli eventi a mio parere troppo inverosimili in realtà le sono accaduti personalmente :D, ndr). E fin qui un classico Chick Lit: divertente, spassoso e piacevole. Ma a mio avviso, se grattiamo questa patina superficiale con le nostre unghiette smaltate e ci  soffermiamo un attimo a riflettere sulla matrice che alimenta questi comportamenti comicamente buffi e strampalati, non ci si può che accorgere dei profondi nodi interiori che compongono la natura irrisolta della protagonista. Scopriamo che forse più che una storia costruita su catene di eventi, la Giacobelli vuole raccontarci un personaggio. I contrasti che alimentano la narrazione, infatti, sono soprattutto interni: i personaggi che incontra sono quasi tutti positivi, alla narrazione non servono antagonisti (ce ne sono un paio, coerenti e giusti, ma non indispensabili) perché la vera antagonista di Viv è lei stessa. Questo aspetto mi ha fatto apprezzare il romanzo più di quanto credessi. Adoro quando un qualsiasi artificio artistico viene costruito per essere interpretato in modi diversi, e credo che questo romanzo ne sia un esempio. Se qualcuno mi chiedesse: di cosa parla in soldoni? Risponderei: di una donna che cerca inconsapevolmente di fare pace con se stessa.

In conclusione: Un disastro chiamato amore è un romanzo interessante e originale, la sua bellezza risiede anche nelle sue imperfezioni: ve lo consiglio!

 


Questo romanzo ci è stato inviato dall’autrice che ringraziamo!

 

 

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